Opinioni degli italiani in materia di previdenza e di riforma del sistema pensionistico – NOen

Opinioni degli italiani in materia di previdenza e di riforma del sistema pensionistico

Indagine CE & co. commissionata da fRDB

22 luglio 2004

Nei primi mesi del 2004 è stata condotta la quarta edizione dell´indagine della Fondazione Ing. Rodolfo Debenedetti sulle opinioni degli italiani in materia di previdenza e di proposte di riforma del sistema previdenziale. Unitamente alle tre precedenti indagini – svolte nel 1998, nel 2000 e nel 2001 – i risultati dell´attuale indagine permettono di evidenziare l´evoluzione nel tempo delle opinioni, delle percezioni e del livello di informazione dei cittadini italiani per quanto riguarda il tema delle pensioni. Importanti comparazioni internazionali sono, inoltre, rese possibili dal fatto che le indagini sono state svolte in collaborazione con altri centri di ricerca europei e i questionari identici sono stati somministrati a cittadini di altri stati dell´Unione Europea, quali la Germania (2000, 2001 e 2004), Francia (2000) e Spagna (2000).

L´indagine del 2004

L´indagine del 2004 è stata condotta da CE & Co. (Carlo Erminero & Co.) per conto della Fondazione Rodolfo De Benedetti nel periodo compreso tra il 26 febbraio e il 5 marzo 2004. L´indagine prende in considerazione come universo di riferimento la popolazione italiana di età compresa fra i 14 e i 79 anni (pari a circa 45 milioni di persone). Il campione è di 1.500 individui. La tecnica di rilevazione utilizzata per questa indagine è quella delle interviste personali domiciliari C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interview). Il campionamento è casuale ed avviene in due stadi: 1) generazione casuale via software del recapito telefonico all´interno dell´intera rete nazionale (add digit dialing); 2) selezione casuale della persona da intervistare all´interno del nucleo familiare contattato. In fase di elaborazione i dati sono stati ponderati per le variabili di controllo del campione allo scopo di ripristinare una perfetta corrispondenza con le proporzioni esistenti nell´universo di riferimento. Un´indagine parallela è stata condotta in Germania, per conto dell´Università di Mannheim e del MEA (Mannheim Research Institute for the Economics of Ageing), intervistando 2500 cittadini tedeschi di età compresa tra i 14 e i 79 anni.

In entrambi i questionari, agli intervistati sono state poste, innanzitutto, domande relative al loro livello di istruzione, fede politica, situazione familiare, situazione lavorativa attuale e pregressa, oltre alle consuete variabili anagrafiche. Il cuore dell´indagine verteva, invece, sulle opinioni degli intervistati in merito al sistema previdenziale pubblico e privato e ai possibili interventi di riforma. Le domande miravano a determinare il livello di attenzione nel seguire il dibattito sulla riforma previdenziale in Italia, il concreto livello di informazione in merito al funzionamento di un sistema pensionistico a ripartizione, ai costi da esso comportati e alle difficoltà attraversate da quello italiano, il rapporto degli intervistati con la previdenza integrativa privata, le opinioni riguardo alle diverse tipologie di intervento miranti al contenimento della spesa previdenziale (innalzamento dell´età pensionabile, aumento delle aliquote contributive, riduzione delle prestazioni) ed alcuni aspetti relativi alle future scelte di pensionamento degli intervistati (età prevista di pensionamento, fattori determinanti la decisione, ecc.). Ulteriori domande hanno approfondito le opinioni generali dell´intervistato in merito alle dimensioni desiderate dell´intervento pubblico attuato attraverso la spesa sociale (aumentare la spesa e le tasse, o, piuttosto, ridurle entrambe) e alla ripartizione della stessa tra diverse categorie (disoccupati e pensionati), e hanno cercato di individuare quali istituzioni (governo, opposizione, sindacato, Unione Europea, ecc.) rappresentino meglio gli interessi degli intervistati nel dibattito sulla riforma previdenziale.

Livello di attenzione nel seguire il dibattito previdenziale

Innanzitutto, con quale livello di attenzione viene seguito il dibattito sulle riforme previdenziali?

Nel 2004, la metà degli intervistati dichiara di aver seguito tale dibattito con un´attenzione media (33%) o elevata (17%). E solo il 13% risponde di non aver prestato nessuna attenzione all´argomento.

In netto aumento anche coloro che hanno letto articoli o visto programmi TV sull´argomento, che passano dal 51% del 2001 al 66% del 2004.

Informazione degli italiani in materia previdenziale

Ma qual è la consapevolezza e il grado di concreta informazione degli italiani in materia previdenziale?

Sistema pensionistico a ripartizione. Innanzitutto, quanti degli intervistati conoscono il funzionamento del nostro sistema previdenziale pubblico (a ripartizione) nel quale i contributi versati dagli attuali lavoratori vengono interamente utilizzati per finanziare il pagamento delle prestazioni previdenziali agli attuali pensionati? Sono oltre la maggioranza (58%) in netto aumento rispetto a coloro che rispondevano correttamente nel 2001 (41%).

Aliquota contributiva. E quanti, fra i lavoratori dipendenti, conoscono grosso modo l´attuale aliquota contributiva previdenziale (pari a circa il 32,7%)? Oltre il 65% degli intervistati la collocano tra il 20 e il 45%, mentre il restante 35% la sottostima o sovrastima. Questa percentuale è decisamente maggiore rispetto a quella registrata nel 1998 (35%) ma, sostanzialmente analoga a quella del 2000 (63%). Quanti, però, la conoscono con precisione, collocandola tra il 30 il 35%? Meno del 10% nel 2004 e meno del 6% nel 2001.

Deficit, crisi e riforme. Tra il 2000 e il 2004 si sono ridotte le percentuali di intervistati che ritengono che il sistema sia in deficit (da 81% a 72%) e che vi sarà una crisi nell´arco di 10-15 anni ( da 71 a 67%). Sostanzialmente stabile, invece, la percentuale che ritiene vi sarà una riforma nell´arco dei prossimi 10 anni (da 74 a 73%).

 

Istituzioni ed interessi nel dibattito previdenziale

Nel dibattito sui possibili interventi di riforma previdenziale, quali istituzioni rappresentano meglio gli interessi degli intervistati?

Prevale nettamente il sindacato (41%), segue l´UE (17%), il governo (14%), l´opposizione (12%) e gli esperti e le commissioni (10%).

Gli effetti delle riforme precedenti

E come vengono valutati i risultati ottenuti dalle riforme precedenti?

Rispetto al 2001, aumenta la percentuale che ritiene esse abbiano stabilizzato il sistema (dal 10 a 14%), ma aumenta anche quella di coloro che ritengono siano stati inefficaci (da 40 a 47%).

Come guardano al futuro da pensionati gli intervistati di questa indagine?

Con notevole preoccupazione: un´ampia maggioranza (78%) si dice preoccupata per quella che sarà la propria situazione durante gli anni del pensionamento, e, fra questi, il 45% è addirittura “molto preoccupato”.

Ciononostante, si continua a desiderare di andare in pensione abbastanza presto: nel 2004 sono il 64% coloro che intendono ritirarsi prima dei 60 anni. In aumento rispetto al 52% registrato nel 2001.

E si fa un crescente affidamento sulla pensione pubblica come principale fonte di reddito durante gli anni del pensionamento: nel 2004 la stragrande maggioranza (76%) degli intervistati ritiene che essa sarà la fonte unica o, comunque, più importante. Erano il 54% nel 1998 e hanno continuato ad aumentare di anno in anno.

Altre domande approfondivano le opinioni in materia di previdenza integrativa privata.

Innanzitutto, si domandava se gli intervistati ritenessero gli schemi pensionistici privati più vantaggiosi di quelli pubblici. La maggioranza propende stabilmente per il “no”: 55% sia nel 2001 che nel 2004.

Ma quanti hanno investito in un fondo pensione? Aumentano le risposte negative rispetto al 2001, passando dal 70 al 75% del 2004. Del restante 25% che, nel 2004, risponde di aver investito in un fondo pensione, solo il 13% ha iniziato a farlo o ha aumentato gli investimenti in seguito alle recenti riforme del sistema pensionistico.

Del resto, l´aumento di responsabilità del lavoratore nel pianificare il suo pensionamento che viene implicato dalle recenti riforme trova il consenso solo del 43% degli intervistati, in calo rispetto al 2001, quando la percentuale superava il 55%.

Che cosa ci si aspetta dallo Stato, un aumento o una riduzione della spesa sociale e, quindi, dell´imposizione fiscale? E come dovrebbe essere ripartita la spesa sociale tra disoccupati e pensionati?

Nel 2004 la maggioranza relativa degli intervistati (44%) propende per il mantenimento dello status quo in materia di spesa ed imposizione fiscale. Il 29%, però, chiede più spesa sociale e più tasse, in aumento rispetto al 17% del 2000 e al 23% del 2001.

Quanto alla ripartizione tra pensionati e disoccupati, invece, circa il 43% chiede che vengano ridotte le pensioni ed aumentati i sussidi di disoccupazione, ma aumentano anche coloro che propendono per la manovra opposta, che passano dal 18% del 2000 al 28% del 2004. In calo coloro che preferirebbero il mantenimento della situazione attuale.

Allegati

I risultati dell’indagine

Tito Boeri “Il rischio delle uscite anticipate” – Il Sole 24 Ore – 22 luglio 2004

Michele Pellizzari, Francesco Fasani “E la previdenza complementare non convince gli italiani” – Il Sole 24 ORE – 22 luglio 2004

“Gli italiani vogliono andare in pensione prima dei 60 anni” – l’Unità – 23 luglio 2004

Umberto Montin “Pensione: piace se non cambia. E se arriva prima dei 60 anni” – La Provincia di Como – 26 luglio 2004


Allegati